Sono sempre di più le persone che scelgono di cambiare Paese per motivi che vanno ben oltre il lavoro: c’è chi cerca un clima migliore, chi desidera un ritmo di vita più lento, chi è attratto da una fiscalità più leggera o, semplicemente, chi ha voglia di ricominciare altrove.
Qualunque sia la motivazione, la verità è che un trasloco internazionale richiede preparazione, realismo e tanta voglia di adattarsi.
In questo articolo esploriamo alcune delle destinazioni più popolari tra chi decide di fare il grande salto. Ognuna con i suoi punti di forza, ma anche con aspetti meno entusiasmanti da considerare.
Isole Canarie: sole tutto l’anno e una vita rilassata
Le Isole Canarie non sono solo una meta da cartolina per le vacanze invernali: sempre più italiani le scelgono per viverci stabilmente. Tenerife, Gran Canaria, Lanzarote… tutte offrono qualcosa di unico, ma condividono un clima ideale tutto l’anno, un costo della vita accessibile (almeno fuori dai circuiti turistici) e la comodità di restare in territorio spagnolo, con tutto ciò che ne consegue: sanità europea, voli frequenti, lingua non troppo ostica.
Chi lavora da remoto o è in pensione le trova perfette per rallentare e vivere in modo più sereno. E anche sul fronte fiscale, grazie alla Zona Speciale Canaria, non mancano incentivi interessanti per chi vuole aprire un’attività.
Di contro? Il mercato del lavoro non è tra i più dinamici e, soprattutto per chi cerca ruoli ad alta specializzazione, le opportunità possono scarseggiare. Inoltre, in certe zone si ha la sensazione di vivere in una bolla turistica, dove tutto ruota attorno all’accoglienza dei visitatori.
Germania: efficienza, lavoro e ordine (ma serve il tedesco)
Per chi punta a un salto di carriera, la Germania continua a essere una destinazione solida. Il Paese offre stipendi competitivi, un tessuto industriale potente e un mercato professionale che valorizza le competenze, soprattutto nei settori tecnico-scientifici. Città come Berlino, Monaco e Francoforte sono cosmopolite e offrono una buona qualità della vita, anche per le famiglie.
L’organizzazione e l’efficienza tedesca sono proverbiali, ma è giusto sottolineare che non tutto è immediatamente accessibile: senza la lingua, molte porte restano chiuse.
L’inglese aiuta solo fino a un certo punto, e prima o poi serve imparare il tedesco. Anche la burocrazia è ben strutturata, ma non sempre semplice da comprendere e da assolvere. Inoltre, il costo della vita, in alcune città, è in continua crescita.
Dubai: opportunità, lusso e tasse basse
Chiunque abbia una vena imprenditoriale o lavori nel mondo del business digitale ha sicuramente considerato almeno una volta di vivere a Dubai. Negli ultimi anni, l’emirato è diventato un vero e proprio hub internazionale: qui le tasse sul reddito personale semplicemente non esistono e aprire un’attività può essere più semplice di quanto si immagini, soprattutto nelle cosiddette “free zone”.
La città è moderna, sicura e proiettata verso il futuro. Grattacieli avveniristici, infrastrutture impeccabili, clima d’affari frenetico e multiculturalismo spinto.
Ma attenzione: non è tutto oro quello che luccica. Il costo della vita, in particolare per affitti e scuole, è molto alto. Le temperature, tra maggio e ottobre, sono proibitive. E, non da ultimo, le regole culturali e legali – pur non essendo imposte con durezza agli stranieri – richiedono attenzione e rispetto.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la precarietà del permesso di soggiorno che è legato al lavoro.
Svizzera: vicina, ma con un altro passo
Trasferirsi in Svizzera, per un italiano, è come spostarsi in un mondo parallelo. A poche ore da casa, ci si trova immersi in un ambiente ordinato, sicuro, dove ogni dettaglio sembra funzionare meglio.
Per chi lavora in ambito bancario, farmaceutico, ingegneristico o nella ricerca, le opportunità sono tante e ben retribuite. Il sistema sanitario è tra i migliori, i servizi pubblici impeccabili, la burocrazia trasparente.
Ma vivere qui ha un prezzo. Alto, molto alto. Affitti, assicurazioni sanitarie obbligatorie, cibo: tutto costa più che in Italia. Anche l’integrazione può non essere immediata, soprattutto nei contesti più tradizionalisti. E ottenere un permesso di lavoro non è scontato, specialmente per chi arriva senza un contratto già firmato.
Thailandia: la patria dei nomadi digitali
Chi lavora da remoto e sogna un posto dove vivere bene con poco, ha probabilmente sognato – o già vissuto – un periodo in Thailandia. Paesi come la Thailandia offrono tutto quello che un nomade digitale cerca: connessioni internet affidabili, cibo eccellente a prezzi ridicoli, case con vista sul mare o nella giungla per una frazione del costo europeo. Bangkok e Chiang Mai, in particolare, sono diventate vere e proprie capitali del lavoro online.
Anche i pensionati trovano qui una seconda giovinezza: basta poco per vivere bene, godersi la natura e accedere a ottime cliniche private. Ma non è tutto così semplice: i visti spesso vanno rinnovati con frequenza, e non sempre permettono una permanenza stabile.
Le regole per l’acquisto di immobili sono complesse, e la differenza culturale, per quanto affascinante, può farsi sentire sul lungo periodo. Senza dimenticare che, al di fuori delle grandi città, l’inglese non è così diffuso.
Canada: quando qualità della vita e inclusività
Il Canada è uno di quei Paesi che riesce a conciliare natura mozzafiato, apertura culturale e solidità economica. Toronto, Vancouver, Montreal: tutte città dove l’integrazione è reale, le opportunità professionali sono concrete e i servizi pubblici funzionano.
Chi vuole trasferirsi con famiglia può contare su scuole di buon livello, città sicure e un ambiente multiculturale in cui sentirsi accolti.
L’accesso al Paese, però, non è immediato: serve seguire un iter burocratico dettagliato, spesso lungo. Inoltre, il costo della vita nelle metropoli è piuttosto elevato e gli inverni, specie nelle zone centrali, sono decisamente rigidi.